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Padre Domenico Spadafora
Padre Domenico Spadafora arrivò il 15 settembre 1491 a Monte Cerignone. Immediatamente andò a piedi a Roma per ottenere la possibilità di costruire un piccolo convento ed una chiesa presso il nostro paese.
Anche grazie al generoso contributo della cittadinanza e del Municipio di Monte Cerignone, la chiesa fu presto eretta e quindi consacrata nel 1498.
Conventino seicentesco del Beato Domenico Spadafora a Monte Cerignone, nel Montefeltro
Dal 1677 giace presso Santa Maria in Reclauso, dove i fedeli che accorrono da tutto il Montefeltro e non solo, lo venerano come Beato.
Vogliamo qui ricordare tre episodi di grande in teresse per tracciare il quadro agiografico del Beato Domenico.
La Fonte
Il Beato Domenico da giovane faceva il garzone presso una famiglia di contadini. Un giorno il padrone si recò da lui per chiedergli il motivo per cui non dava da bere ai buoi a mezzogiorno, l’ora tradizionalmente destinata a quella mansione. A tale domanda il Beato rispose: – Non preoccupatevi, padrone, io so quando è mezzogiorno! Ma se non mi credete, mettete un vostro piede sopra il mio e sentirete le campane suonare-.
Che campane sono?, chiese il padrone. – Sono le campane del Paradiso- risposte il Beato.E adesso non dai da bere ai buoi?- incalzò il padrone.
Adesso sì – concluse il Beato – e tracciò un cerchio con il bastone, dove si formò una pozza dalla quale far bere gli animali.
Quella sorgente continuò a sgorgare acqua, tanto che la comunità decise di costruire una conduttura ad uso della popolazione. Tuttavia i lavori non riuscivano a procedere e nessuno capiva il perchè…
La quercia
Un padrone ed un garzone si recavano a Mercatino. Quando furono vicini a Pereto videro che il Beato Domenico tentava di abbattere una grossa quercia con il solo uso dell’accetta.
– Cosa fai? – gli dissero – non puoi riuscirvi, lascia andare!
Il Beato rispose che al loro ritorno si fermassero a vedere il lavoro svolto: quando tornarono non solo la quercia non c’era più. Inoltre anche la legna era stata sistemata e accatastata accuratamente.
La morte
Quando il Beato Domenico morì, i fedeli hanno costruito per lui una nuova chiesa, dove sorge ora il Santuario, per trasportarlo dal Conventino dove abitava ed era morto.
Si racconta, però, che se al mattino il suo corpo veniva trasportato nella nuova sede, non c’era modo di farvelo restare, poiché il giorno successivo veniva ritrovato nella vecchia chiesa del Conventino.
Fu così che, ricordandosi della sua predilezione per le campane di quel luogo solitario, decisero di staccarle e portarle al nuovo Santuario ed allora il Beato smise di volare via.
La gente racconta, inoltre, che esiste un rogito notarile in cui si può leggere che quando la sua bara venne aperta dopo 21 anni dalla morte, il corpo era ancora intatto, con i vestiti puliti ed ancora profumati.