Il Beato Domenico: sanguine clarus, doctrina clarior, sanctitate clarissimus

L’odierna Chiesa di Santa Maria in Reclauso  venne restaurata nel 1893 ma sorge sui resti di quella antica della quale rimane il campanile.  Al suo interno, vi è la Cappella del Beato Domenico, importante meta di pellegrinaggio religioso. I suoi venerati resti, giacciono incorrotti all’interno di una teca. 

La Chiesa ha tre navate in stile romanico, illuminate da bifore. 

Dinnanzi il Santuario vi è un monumento dello scultore Canzio Bardozzi, che rappresenta le tappe fondamentali della vita del Beato.

Il Conventino di Fontebona

Il Conventino fu fondato dal Beato Domenico al suo arrivo a Fontebuona di Monte Cerignone. Tommaso di S. Marino, che era succeduto al Beato nella carica di Vicario, volle che Domenico non fosse seppellito nella fossa comune, ma nella chiesa. Nel 1545, quando i suoi resti furono traslati, durante dei lavori di ampliamento, furono trovati intatti. Aumentarono i prodigi e le guarigioni a lui attribuiti, e il culto attorno alla sua tomba.
Nel 1652 il convento di S. Maria delle Grazie venne chiuso per ordine di Innocenzo X, e la chiesa passò sotto la giurisdizione della Parrocchia di S. Maria in Reclauso.
L’urna con il corpo del beato Spadafora vi fu traslata il 3 ottobre dell’anno 1677. 

Le altre Chiese

La chiesa di San Biagio
La chiesa parrocchiale dedicata a San Biagio è piuttosto modesta di proporzioni della sua unica navata. Lo stile è  ottocentesco.

Nel 1621 la chiesa accolse la prima adunanza per la Costituzione della Congregazione dei Cento Parroci.

Sopra la chiesa parrocchiale c’è il campanile, trasformato di recente in uno stile medioevale con merlatura ghibellina: da qui parte il suono delle quattro antiche campane.

La Chiesa di Santa Caterina
Costruita nel primo Settecento si presentava in uno stile tipicamente barocco ed un tempo vi pregavano le Monache Agostiniane.

Presenta un elegante portale in pietra arenaria e all’interno si trova la Cappella del Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta.

L’oratorio della Beata Vergine del Perpetuo Soccorso

Qui è presente una Statua della Madonna col Bambino. Opera settecentesca è una scultura lignea davanti a cui “i piccoli mortali scovrono il capo e curvano la fronte”.

Fino ad una trentina di anni fa, erano presenti due tele ogivali, dette Grazie dei Mochi, di fattura tardo settecentesca, ora ospitati all’ingresso del Museo Diocesano di Pennabilli. In entrambi i quadri è presente il motto dell’antica Famiglia Begni “Utroque lucet”.

Santa Croce ovvero la chiesa scomparsa

Santa Croce andò in rovina verso il 1830. Era ubicata appena fuori le mura, all’inizio della scalinata verso il Borgo. Il Donati afferma: “era dei Cavalieri di San Giovanni, ossia di Malta. Quivi il 12 marzo 1353 miracolosamente si scoprì una Croce a doppie braccia. Ai tempi dei guerrieri si conservava una pergamena scritta in lettere greche, che tradotta suona così in latino:
anno Domini 1353, die 12 martii, Crux ista benedicta in loco isto Montis Cerignoni miraculose de terre egressa est in auxilium Christianorum. Et hic ab Episcopo ornata fuit, favente Domino ad illius conservationem. Et  ego Antonius D. Drudae notarius pubblicus in fidem me subscripsi er solito signo signavi…

Per il concorso dei fedeli fu stabilita una fiera nel giorno dell’Invenzione della Santa Croce, il 3 maggio. Della distrutta Chiesa deve provenire una lapide murata ora nella sacristia di San Biagio, che reca scolpita la croce a doppie braccia e una iscrizione che si può interpretare così: Sepultum de Agosto de la bella. (fine 1300, inizio 1400).
Nel centro della Croce sono racchiusi i frammenti del Legno del Golgota in una teca finemente cesellata.

Nell’anno 1384, in Santa Croce, fu tenuto il Grande Convegno del Parlamento Feretrano per la revisione e stesura dello Statuto generale del Montefeltro.

Papa Clemente XIV

Monte Cerignone diede i natali ad Angela Serafina Mazza, madre di Giovanni Vincenzo Ganganelli che divenne Papa Clemente XIV. Angela sposò il Dottor Lorenzo Ganganelli che nel 1680 fu medico del paese. Trasferitisi a Sant’Arcangelo, nel 1705 il futuro Papa vide la luce. Nel 1708 a causa della dipartita del marito, Angela ed il piccolo Giovanni Vincenzo, tornarono a Monte Cerignone.

Fu qui che il Papa ricevette i primi insegnamenti da parte di Don Giovanni Fanti, prima di trasferirsi a Rimini all’età di 11 anni.

La piazza Clementina è a lui dedicata: passò l’età puerile “in quell’ambiente sano, civile e fortemente religioso, qual’era la famiglia materna”.

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